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Il Consiglio di Amministrazione di A2A S.p.A. ha approvato i risultati 2015

Chiuso, con risultati operativi e finanziari superiori alle previsioni, il primo esercizio del Piano Strategico approvato lo scorso aprile 2015

Cresce il Margine Operativo Lordo del 2,3% a 1.048 milioni di euro

Significativo miglioramento dell’Utile Netto Ordinario, pari a 278 milioni di euro (+58,9%)

Ulteriore consistente riduzione della Posizione Finanziaria Netta di 466 milioni di euro, pari a 2.897 milioni di euro a fine 2015 con investimenti e dividendi in crescita (PFN/Ebitda pari a 2,76x)

Ritorno all’Utile Netto di Gruppo, 73 milioni di euro, pur a fronte di svalutazioni di assets di competenza del Gruppo per oltre 200 milioni di euro

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Proposto all’assemblea degli azionisti un dividendo di 0,041 euro per azione (corrispondente ad un monte dividendi pari a circa 126 milioni di euro), in crescita del 13% rispetto all’esercizio precedente

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Milano, 6 Aprile 2016 – Si è riunito ieri il Consiglio di Amministrazione di A2A S.p.A. che, sotto la Presidenza del Prof. Giovanni Valotti, ha approvato i progetti del Bilancio separato e della Relazione finanziaria annuale consolidata al 31 dicembre 2015.

Tali progetti verranno sottoposti all’approvazione dell’Assemblea ordinaria degli azionisti che si riunirà il prossimo 18 maggio, unitamente alla proposta di copertura della perdita d’esercizio e di distribuzione di dividendi.

Il primo esercizio del piano industriale si è concluso con tutti gli indicatori di performance, economico, patrimoniali ed operativi, in linea o migliori delle aspettative, confermando la validità dell’impostazione strategica disegnata un anno fa.

Il 2015 ha inoltre riportato risultati in crescita rispetto al 2014, esercizio caratterizzato da forte ed inusuale idraulicità, nonché da elevate poste positive non ricorrenti. Tali ottimi risultati sono ancor più soddisfacenti alla luce delle elevate svalutazioni di attivo sostenute, complessivamente pari a 357 milioni di euro (di cui 214 milioni di euro di competenza A2A e 143 milioni di euro di competenza del socio montenegrino) e conseguenti sia al perdurare della crisi del settore termoelettrico italiano che alle mutate aspettative, soprattutto regolatorie, del Montenegro.

 

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