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La potenza dell’acqua: in Valchiavenna le centrali idroelettriche che producono energia verde

La potenza dell’acqua: in Valchiavenna le centrali idroelettriche che producono energia verde

La valle dell’acqua. Una definizione certamente importante, ma che rappresenta al meglio il rapporto tra la Valchiavenna e la risorse più preziosa di cui disponiamo: l’acqua
I dati contribuiscono a spiegare i motivi di una relazione così simbiotica. In un territorio che si estende per meno di 600 chilometri quadrati, sparse in tutta la provincia di Sondrio, sono presenti ben 10 centrali idroelettriche di cui il Gruppo A2A è proprietario. In media, una ogni 60 chilometri quadrati. 
Un patrimonio impiantistico enorme, con infrastrutture in grado nel suo complesso di generare una potenza totale di circa 380 megawatt, sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di circa 400mila famiglie. Considerando che i nuclei residenti in Valchiavenna sono circa 10mila, la centralità di tale parco idroelettrico nell’economia e nella cultura del territorio emerge in tutta la sua forza.

Ma i numeri non sono tutto. Raccontano solo una parte dello straordinario rapporto che intercorre tra la Valchiavenna e l’acqua. L’acqua è, infatti, la costante che unisce ambienti diversi, che spaziano dagli oltre 3mila metri del Pizzo Tambò al fondovalle, dove il fiume Mera abbandona il furore torrentizio per bagnare dolcemente i principali centri abitati.

E lungo questa rete, in vari punti esistono dei luoghi dove l’acqua viene trasformata in energia come è ben spiegato nel Virtual Tour dedicato al nostro impianto idroelettrico in Valchiavenna. Quell’acqua così fondamentale per la Valchiavenna e per tutto il nostro Paese, la fonte di energia rinnovabile più utilizzata.

Le centrali idroelettriche della Valchiavenna

Sono principalmente due le tipologie di centrali idroelettriche presenti nella valle: 

  • impianti a deflusso regolato, con possibilità di accumulare acqua tramite i serbatoi di accumulo e quindi di gestire la produzione di energia (generandone di più quando il fabbisogno è più alto e di meno quando è più basso, tenendola da parte per un momento successivo);
  • impianti ad acqua fluente, producono energie in funzione delle condizioni metereologiche e climatiche del fiume da cui attingono (in un periodo di piena ne generano di più, mentre quando la portata è minore di meno).

Accanto a queste due tipologie principale ne esiste una terza, costituita da centrali più piccole, non alternative alle prime ma che lavorano accanto ad esse. Si tratta delle Centrali idroelettriche per il recupero energetico del deflusso minimo vitale/deflusso ecologico. Esso rappresenta la quantità minima di acqua che deve essere mantenuta nel fiume per proteggere l'ecosistema fluviale. Queste centrali, infatti, di norma sono collocate a valle di una diga e il loro ruolo è quello di valorizzare al massimo questo obbligo di rilascio dal punto di vista energetico.

Come funziona una centrale idroelettrica

Partendo dal presupposto che ogni impianto è unico, poiché strettamente legato alla morfologia del territorio, è possibile individuare alcuni elementi di base presenti in ogni centrale idroelettrica. 

Le prime sono le opere di presa: sono strutture il cui compito è quello di captare l’acqua di fiumi o torrenti e convogliarla direttamente verso la centrale o la diga.
Possono assumere forme e dimensioni diverse, in base alle caratteristiche del corso d’acqua e alle esigenze specifiche dell’impianto. Generalmente sono dotate di griglie per evitare il passaggio di grandi corpi solidi, foglie e rami, vasche di decantazione e dissabbiatori per rimuovere le particelle più fini; paratoie, valvole e strumentazione per il controllo e intercettazione delle portate.
In un secondo momento, l’acqua intercettata dalle opere di presa viene condotta verso i bacini di accumulo (come le dighe) tramite i canali di derivazione. Da lì sono le gallerie e le condotte forzate a garantire un percorso per convogliare l’acqua verso la centrale idroelettrica, così da poter iniziare il processo che la trasformerà in energia elettrica. Quest’ultimo inizia dalle turbine idrauliche, il cuore pulsante di ogni impianto idroelettrico. Sono loro a convertire l’energia idraulica dell’acqua in energia meccanica.
Anche le turbine si dividono principalmente in due categorie: 

  • le turbine ad azione, in cui l'acqua colpisce le pale della turbina con un getto a pressione atmosferica, trasferendo la sua energia cinetica alla ruota;
  • le turbine a reazione, che sono invece immerse sott’acqua, e sfruttano la differenza di pressione che si viene a creare per generare un movimento rotatorio, e di conseguenza energia cinetica. 

Le moderne tecnologie dell’impianto idroelettrico della Valchiavenna

Come per tutti gli impianti che si occupano di fonti rinnovabili, ma in particolar modo per le centrali idroelettriche, un’attenta manutenzione e periodici lavori di ammodernamento ricoprono un ruolo fondamentale. L’impegno in tal senso è portato avanti ogni giorno dai tecnici specializzati che lavorano presso le centrali, a cui si affiancano gli interventi straordinari, che in Valchiavenna sono stati rilevanti. L’intero parco impiantistico del territorio, infatti, negli ultimi 20 anni è stato completamente rinnovato, e dotato delle più moderne tecnologie.
A ciò si unisce un controllo costante e capillare dell’intera catena di produzione e delle variazioni delle condizioni ambientali, effettuato tramite un sistema di teleconduzione. Esso consente agli operatori di supervisionare e comandare gli impianti a distanza da una sala di controllo centralizzata.

L’acqua come chiave per raggiungere il net zero
 

L’acqua è la risorsa più strategica per affrontare le sfide della transizione ecologica, perché è l’unica sicura, costante nel tempo. Nei primi 6 mesi del 2024 le rinnovabili hanno coperto oltre il 43% del fabbisogno energetico del Paese. Tra queste l'idroelettrico contribuisce per la maggior parte, quindi fornendo un prezioso apporto per raggiungere l’ambizioso obiettivo di zero emissioni entro il 2050.
Come Life Company, siamo pronti a impegnarci sempre di più per una maggiore sostenibilità e per costruire un futuro dove l’energia verde prodotta da sole, acqua e vento basti per soddisfare per intero la domanda del nostro Paese. E, in qualche modo, l’esperienza della Valchiavenna insegna che ciò è possibile.

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