Attualmente l'Italia è uno dei principali produttori di biogas in Europa, con circa 1.800 impianti attivi per la produzione di energia elettrica, mentre la produzione di biometano è ancora relativamente limitata.
Il biometano è una forma di gas naturale rinnovabile e sostenibile prodotta, in piena ottica di economia circolare, attraverso il trattamento di materiali organici di origine biologica come scarti e sottoprodotti agricoli e agroindustriali, coltivazioni energetiche e reflui zootecnici.
È considerato una fonte di energia rinnovabile in quanto derivante da un processo di produzione che ha origine dalla digestione anaerobica (fermentazione) della biomassa, attivato dalla presenza di enzimi e batteri specializzati che vivono in un ambiente umido e privo di ossigeno (il digestore): è così che si genera un biogas ricco di metano e anidride carbonica (biogenica).
Il biogas viene poi purificato e raffinato attraverso un processo chiamato “upgrading” che, di fatto, separa l’anidride carbonica dal biometano. Quest’ultimo sarà caratterizzato esattamente dalle medesime performance energetiche del metano di origine fossile, ma non inquinante.
Il processo di digestione anaerobica da cui si genera il biometano produce anche il cosiddetto “digestato”, un sottoprodotto ottimo come fertilizzante organico grazie alla presenza di elementi quali azoto, fosforo e potassio. Un prodotto capace di massimizzare così i principi di economia circolare e migliorare la produttività del terreno agricolo senza necessariamente l’ausilio di fertilizzanti chimici di sintesi quali, ad esempio, l’urea.
Il biometano offre numerosi vantaggi, sia ambientali che energetici. In primo luogo, è una forma di energia rinnovabile, sostenibile e a basse emissioni di carbonio. In secondo luogo, può essere utilizzato come fonte energetica strategica funzionale al processo di decarbonizzazione dei cosiddetti settori “difficili da abbattere” come il settore industriale e quello dei trasporti. Inoltre, può essere iniettato nella rete del gas naturale esistente, consentendo un utilizzo più ampio, programmabile e flessibile.
Attualmente l'Italia è uno dei principali produttori di biogas in Europa, con circa 1.800 impianti attivi per la produzione di energia elettrica, mentre la produzione di biometano è ancora relativamente limitata.
Il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) dell'Italia prevede però l'incremento della produzione di biometano, con l'obiettivo di raggiungere una capacità installata di 5,5 miliardi di metri cubi entro il 2030 sia attraverso la realizzazione di nuovi impianti sia attraverso la conversione di una quota parte di quelli a biogas attualmente in esercizio in assetto elettrico. Un'opportunità significativa per il settore del biometano nel Paese, che il governo ha incentivato nel PNRR con misure specifiche.
A livello europeo, il biometano sta guadagnando sempre più attenzione anche come parte del processo di transizione energetica per favorire una società a basse emissioni di CO2. L'Unione Europea ha fissato, infatti, obiettivi ambiziosi per ridurre le emissioni di gas serra e promuovere l'uso di energie rinnovabili. Il biometano è riconosciuto come un'opzione strategica per la decarbonizzazione del settore del gas naturale.
Il piano RePowerEU (nato per favorire l’indipendenza dell'UE dai combustibili fossili) stabilisce un target di produzione di 35 miliardi di metri cubi di biometano entro il 2030, aprendo la strada a opportunità d’investimento in Europa.
Nonostante gli innumerevoli vantaggi del biometano sia dal punto di vista dell’economia circolare che della transizione energetica, ci sono ancora alcune sfide da affrontare per lo sviluppo del mercato del biometano in Italia e in Europa.
Una delle principali sfide per lo sviluppo del mercato del biometano in Italia è la necessità di investimenti significativi per la realizzazione di nuovi impianti di produzione.
Un’altra sfida rilevante è rappresentata dallo sviluppo di un’adeguata rete di trasporto (TSO) ma anche della rete di distribuzione locale (DSO) e soprattutto, dell’interconnessione delle stesse: fondamentali per l’abilitazione concreta di una diffusione capillare sul territorio. Infine, la disponibilità di materie prime organiche come i reflui zootecnici e sottoprodotti agricoli, rappresenta un fattore cruciale per garantire un approvvigionamento stabile, continuo e sostenibile di biomasse.
Il biometano rappresenta, dunque, una soluzione concreta e promettente per la produzione di energia rinnovabile e programmabile per favorire la riduzione delle emissioni di gas serra nel settore energetico, industriale e dei trasporti.
Noi di A2A daremo il nostro contributo concreto allo sviluppo del mercato del biometano anche attraverso:
Seguendo principi di economia circolare, la produzione di biometano avverrà prevalentemente attraverso la valorizzazione di reflui zootecnici e sottoprodotti agricoli e dell’industria agroalimentare.
Grazie all’uso circolare delle risorse naturali, ci impegniamo a favorire lo sviluppo delle bioenergie e della transizione ecologica del Paese.
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