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Decarbonizzazione in Italia: perché saranno le città a guidare il cambiamento

Decarbonizzazione in Italia: perché saranno le città a guidare il cambiamento

Le città sono il cuore pulsante del mondo moderno. Non è un caso che l’Unione Europea le identifichi come capofila delle iniziative del Green Deal verso la neutralità climatica entro il 2050. Per questo, nel Position Paper realizzato in collaborazione con TEHA (The European House - Ambrosetti) e ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, abbiamo deciso di riflettere sul ruolo centrale dei centri urbani nella transizione ecologica e nel processo di decarbonizzazione.

Urbanizzazione come crescita sostenibile

Lo studio prende in esame 7 capoluoghi di provincia italiani (Milano, Brescia, Messina, Bergamo, Varese, Cremona e Cosenza) dove sono attivi progetti per migliorare la sostenibilità urbana e la qualità della vita. Queste città rappresentano modelli virtuosi in uno scenario globale dove l’urbanizzazione è un trend in crescita. Sempre più persone scelgono oggi di vivere nelle città per le opportunità economiche, sociali e culturali che offrono: entro il 2050 si prevede di raggiungere oltre l’80% della popolazione italiana residente nelle aree urbane.

Rapporto tra consumo energetico e PIL nei 112 capoluoghi di provincia italiani

La densità di persone, imprese e capitale sociale rendono le città potenziali laboratori di innovazione, dove politiche e tecnologie sostenibili possono essere sperimentate e adottate su larga scala, anche in ottica di decarbonizzare il Paese.

Inoltre, grazie alle economie di densità derivanti dalla concentrazione di edifici, veicoli e infrastrutture, i centri urbani si caratterizzano per un’efficienza intrinseca che permette loro di rispondere alla crescente urbanizzazione. Pur influendo solo sul 29% dei consumi energetici nazionali, le città producono il 60% del PIL nazionale con un’efficienza intrinseca - misurata su tre livelli di valutazione: termica degli edifici, di rete e di mobilità - che le porta a massimizzare l’uso delle risorse, ridurre gli sprechi energetici e ottimizzare i processi. Richiedono quindi minor consumo termico per il riscaldamento, generano economie di densità per le reti idriche, elettriche e a gas e offrono maggiori alternative di trasporto sostenibile.

Che cos’è la decarbonizzazione?

Prima di approfondire le possibili soluzioni per attuarla, spieghiamo che cosa si intende per “decarbonizzazione”. Questo termine si riferisce al processo di riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas serra, al fine di limitare il cambiamento climatico e i suoi gli impatti negativi sull’ambiente e sulla salute umana. 
Si tratta di un processo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi fissati dagli accordi internazionali, come l’Accordo di Parigi. Fatta chiarezza su questo concetto importante, vediamo le diverse strategie che possono essere messe in gioco in direzione della decarbonizzazione.

Come attuare la decarbonizzazione: la nostra cassetta degli attrezzi

I dati dimostrano come la partita per la decarbonizzazione in Italia cominci proprio dalle città, che sono oggi chiamate a gestire un numero crescente di abitanti e attività economiche, garantendo al contempo una buona qualità della vita e servizi adeguati. L’efficienza intrinseca che le caratterizza, coniugata all’attivazione di leve tecnologiche e di servizio attualmente a disposizione, permetterebbe di ottenere risultati concreti già dai prossimi anni. Una città sostenibile, però, richiede un impegno quotidiano, costruito giorno dopo giorno.

Per questo, come emerge dal Position Paper, le strategie per decarbonizzare l’Italia necessitano di un piano economico-finanziario a lungo termine con investimenti annui di circa 10 miliardi di euro fino al 2050, per un totale di 270 miliardi. Una cifra importante, ma calcolata sulle concrete possibilità tecnologiche del nostro Paese, a partire da quello che abbiamo oggi nella cassetta degli attrezzi in materia di sostenibilità.

 Questi investimenti sono attivabili anche grazie alla presenza e alla capacità economico-finanziaria di operatori industriali, tra cui A2A, che possono ricoprire un ruolo di abilitatore e partner. Ne beneficerebbe l’attuale mix di consumi delle città, con un incremento di 20 punti percentuali del peso di energia elettrica, FER (energia proveniente da fonti energetiche rinnovabili) e calore derivato sul totale energetico, riducendo così l'uso di combustibili fossili.

32

milioni di tonnellate di COrisparmiata

210

milioni di alberi piantati

I risultati dimostrano che, sfruttando le tecnologie già disponibili, possiamo ridurre le emissioni urbane del 52%, evitando così circa 32 milioni di tonnellate di CO₂. Una quantità equivalente a quella assorbita da 210 milioni di alberi piantati, che potrebbero riempire circa 300.000 campi da calcio.

210 milioni di alberi riempirebbero circa 300.000 campi da calcio

Da dove partire per la decarbonizzazione: teleriscaldamento e mobilità elettrica

In termini di benefici ambientali, l’espansione delle reti di teleriscaldamento rappresenta un’importante opportunità per la transizione ecologica. Le reti sono infatti principalmente alimentate da termovalorizzatori, che permettono di trasformare in energia termica i rifiuti che sarebbero altrimenti conferiti in discarica.

Parallelamente, la diffusione della mobilità elettrica, supportata ed abilitata dal rafforzamento e potenziamento della rete di distribuzione elettrica, potrebbe contribuire significativamente alla riduzione delle emissioni inquinanti.

Teleriscaldamento: esempi virtuosi da seguire

Questi obiettivi nascono da impegni virtuosi e concreti. Un esempio è il termovalorizzatore di Brescia: con un rendimento attuale del 98%, questo impianto è in grado di produrre oltre il 70% del calore  distribuito dalla rete di teleriscaldamento. La valorizzazione energetica dei rifiuti permette il risparmio di 682.000 tonnellate di anidride carbonica annue.

La mobilità elettrica: un percorso da consolidare

Come il teleriscaldamento da termovalorizzatori, anche l’elettrificazione dei trasporti si conferma driver fondamentale della transizione ecologica e necessita della presenza di un sistema solido e moderno di reti elettriche urbane

In questo contesto, tutti i 112 comuni capoluogo italiani possono vantare una rete di distribuzione elettrica molto efficiente, con un numero di utenze allacciate per chilometro di rete cinque volte superiore rispetto al resto del Paese e un carico di energia distribuita pari al doppio di quella erogata sul resto del territorio. Insieme agli altri fattori che contribuiscono all'efficienza energetica dei centri urbani, l’efficienza intrinseca delle città rappresenta un punto di partenza cruciale per favorire la transizione elettrica e, conseguentemente, la diffusione della mobilità sostenibile.

4,6

milioni di tonnellate di CO2 evitate grazie all'azione coordinata di teleriscaldamento (1,7 MLN) e waste management (2,9 MLN).

16

milioni di tonnellate di CO2 evitate l'anno con il passaggio alla mobilità elettrica (veicoli elettrici, TPL elettrico e CVL elettrici).

Verso la transizione ecologica

Abbiamo ancora tanto lavoro da fare in Italia verso la transizione ecologica: l’ultimo rapporto ASviS sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dice che per il Goal 11 (“Città e comunità sostenibili”) il quadro è “decisamente insoddisfacente”. Ma c’è un altro strumento nella nostra cassetta degli attrezzi: la collaborazione tra famiglie, operatori privati, enti pubblici e organizzazioni internazionali. Uno strumento che, sommato agli altri, può contribuire a creare una strategia vincente per la messa a punto di iniziative efficaci e incisive. 

Per puntare al miglioramento della sostenibilità e della qualità della vita in città future-fit serve l’impegno congiunto di famiglie, operatori privati ed enti pubblici, con la consapevolezza che solo grazie ad uno sforzo collettivo potremo accelerare il passo verso la transizione ecologica. 

La decarbonizzazione deve essere una priorità quotidiana: non è più una scelta, è una necessità.

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