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L’acqua è una risorsa naturalmente circolare: non si esaurisce con l’uso, ma può essere rigenerata con una gestione coordinata e consapevole di tutte le fasi del suo viaggio. Dalla sorgente alla distribuzione, dalla depurazione al riutilizzo, il ciclo idrico integrato è il modello circolare che unisce ambiente e comunità, dando un nuovo valore alla risorsa e limitando gli sprechi.
L’Italia, tuttavia, investe ancora poco nel ciclo idrico, con una media, nel 2023, di 65 euro per abitante tra gli operatori industriali e solo 29 euro tra le gestioni in economia (comunali), contro l’equivalente europea di 82 euro. Il risultato? Reti idriche che a livello nazionale perdono in media il 42% dell’acqua immessa, interi agglomerati senza un’adeguata depurazione e quindi a rischio sanzione da parte dell’Europa. Per questo, noi di A2A scegliamo di rendere la gestione idrica e delle sue infrastrutture una priorità per il benessere delle comunità locali e dei territori.
A marzo 2025 abbiamo inaugurato il depuratore di Calvisano, in provincia di Brescia, pilastro di un maxi investimento di oltre 81 milioni di euro per riqualificare la gestione idrica del territorio in allineamento alle normative europee.
Il depuratore è stato infatti solo il primo passo di un percorso che prevede anche la realizzazione della rete fognaria e del nuovo acquedotto, infrastrutture di cui il Comune bresciano era privo, per una gestione condivisa e più consapevole della risorsa. Ma cosa significa questo cambiamento per chi vive ogni giorno il territorio?


Calvisano, comune di circa 8.000 abitanti a sud di Brescia, non ha mai avuto un’infrastruttura integrata per la gestione dell’acqua. Come in altre province sul territorio, da anni si avvertiva la mancanza di un impianto di depurazione idrica. Il suo ruolo è infatti essenziale sia per il benessere e la salute dei cittadini, sia per la preservazione del territorio, evitando di ricorrere allo scarico di acque nere in fiumi e laghi limitrofi.
Per gli abitanti di Calvisano, dunque, l’inaugurazione del nuovo depuratore è il primo passo verso un’innovazione necessaria e normativamente allineata con le richieste dell’UE per il trattamento delle acque di scarico. Un progetto che cambia radicalmente la gestione idrica del comune, considerando che il depuratore può trattare le acque reflue prodotte da 12.000 abitanti.
L’ampliamento della rete fognaria, attualmente in corso, e il completamento del nuovo acquedotto entro la fine del 2025, sono poi gli step successivi su cui noi di A2A abbiamo investito per un ciclo idrico che considera quattro passaggi fondamentali:
Ripensare il ciclo idrico secondo questo modello di economia circolare è innovazione, non solo per l’evoluzione tecnica di infrastrutture, ma anche per la sicurezza quotidiana delle persone.
In ogni fase del ciclo idrico, ci impegniamo a garantire sicurezza e controllo con rigorosi strumenti di monitoraggio e analisi. A partire dall’acquedotto, le cui tubature sono realizzate con materiali di qualità e dotate di sistemi di monitoraggio della qualità dell’acqua, e dalla rete fognaria, dotata di 11 impianti di sollevamento per lo smaltimento dei reflui, fino al depuratore. Qui, ogni componente della struttura è pensata per trattare le acque reflue in sicurezza:
La comunità di Calvisano può quindi contare su un sistema sicuro, dove le aree operative comunicano in sinergia per prevenire l’inquinamento delle falde acquifere, tutelare la biodiversità locale e le bellezze paesaggistiche e garantire più acqua e aria pulita per gli abitanti. Il viaggio dell’acqua, però, non finisce qui.


Con il depuratore di Calvisano, l’acqua non viene sprecata, ma diventa parte di un nuovo ciclo produttivo. Riutilizzare l’acqua depurata in agricoltura è quindi una scelta sostenibile per limitare gli sprechi e generare nuovo valore. Ad oggi, il depuratore di Calvisano restituisce all’ambiente 5 litri di acqua al secondo, che raggiungeranno i 30 litri al secondo con un funzionamento a pieno regime.
Questo enorme flusso d’acqua, che potrebbe riempire 5.000 bottiglie da un litro in 1 minuto, è compatibile con il riutilizzo in agricoltura, perché trattato con raggi ultravioletti al posto di sostanze chimiche, come il cloro. Dal depuratore, l’acqua destinata all’agricoltura viene quindi convogliata in tre bacini idrici dedicati all’irrigazione con monitoraggio dei limiti di scarico delle acque reflue in agricoltura.
Restituire acqua pulita all’ambiente e renderla utile per l’agricoltura è solo una parte del percorso. La gestione sostenibile del ciclo idrico richiede infatti il contributo di tutti: istituzioni, realtà produttive e comunità locali. In questo scenario, noi di A2A guardiamo al futuro, con un investimento previsto di 500 milioni di euro entro il 2035 per riqualificare la gestione idrica sul territorio bresciano.
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