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Un legame strettissimo. Così si può definire in poche parole il rapporto tra l’acqua e il nostro Paese. Questa connessione ritorna nella mitologia, che lega la fondazione di Roma al Tevere a cui vennero affidati Romolo e Remo, ma anche nella storia, con l’epopea delle Repubbliche Marinare, nella letteratura, dalle “chiare fresche et dolci acque” di Petrarca al lago di Como, che apre “I Promessi Sposi”. L’acqua, d’altronde, cinge per tre quarti la nostra Penisola, e anche nelle zone non bagnate direttamente dal mare, sono moltissimi i laghi e fiumi indissolubilmente legati alle comunità locali.
Tale legame si riflette anche nell’utilizzo che ne facciamo. L’Italia, infatti, è al primo posto tra i Paesi Ue per la quantità, in valore assoluto, di acqua dolce prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei. Lo riporta Istat, nel suo report uscito nel 2023 dal titolo “Le statistiche Istat sull’acqua - anni 2020 - 2022”. Siamo, insomma, il Paese che sfrutta di più quello che il territorio gli ha messo a disposizione e che le infrastrutture riescono a rendere disponibile. Il patrimonio lo abbiamo principalmente sotto i nostri piedi. Le fonti d’acqua sotterranea costituiscono infatti la modalità di approvvigionamento prevalente in Italia, con fonti e sorgenti che rappresentano l’85% dei prelievi totali, seguite da laghi, fiumi e bacini artificiali (16%).
Numeri che si riflettono in un elevato consumo pro capite. In Italia in media ciascuno di noi utilizza 422 litri di acqua al giorno, per un totale di oltre 25,1 milioni di metri cubi su tutto il territorio nazionale. Se estendiamo il dato a livello annuale, stando a quanto riportato dal position paper realizzato da A2A e The European House - Ambrosetti con oltre 156 metri cubi l’anno di prelievi per abitante, siamo al secondo posto come Paese più idrovoro d’Europa, preceduti solamente dalla Grecia.
La domanda di acqua non è costante in tutti i periodi dell’anno. Ci avviciniamo infatti alla stagione estiva, in cui la richiesta è maggiore per via del caldo e della diminuzione delle precipitazioni. Sempre secondo quanto rilevato da Istat, infatti, in Italia il prelievo maggiore avviene durante il trimestre luglio-settembre, mesi nei quali prendiamo dalle fonti naturali circa 2 miliardi e mezzo di metri cubi d’acqua, il 26,4% del totale annuo.
Questo legame, tuttavia, va difeso. Oggi l’acqua non vive un momento facile. La crisi climatica ha portato negli ultimi anni un incremento di eventi estremi come alluvioni e tempeste. Stando ai dati del paper di A2A e The European House - Ambrosetti, nel 2022 sono stati registrati nel nostro Paese 1.004 eventi di piogge intense, un numero quasi quattro volte superiore rispetto alla media di 275 a l’anno a cui abbiamo assistito nel quinquennio 2015-2021.
Di contro, ed è quasi un paradosso, anche la siccità rappresenta una grave minaccia per il nostro Paese. Secondo quanto riportato in un report della Fao, in Italia negli ultimi 30 anni abbiamo perso il 30% delle nostre risorse idriche totali. La ricerca di A2A e The European House - Ambrosetti conferma questo trend, sottolineando come l’Italia si classifichi al quinto posto in Europa per quota di territorio esposta a siccità estrema.
Dati eclatanti, che rendono evidente quanto i due atomi di idrogeno e quello di ossigeno stiano diventando una risorsa sempre più preziosa, che ciascuno di noi ha il dovere di preservare. Per farlo è fondamentale acquisire consapevolezza dell’utilizzo che ne facciamo ogni giorno.


A tal proposito, dal 2002 esiste il Water Footprint, un indicatore che calcola la quantità di acqua consumata e inquinata per produrre beni e servizi lungo l’intera catena di approvvigionamento. Il modello è lo stesso di altri parametri dell’impatto ambientale, come la generica impronta ecologica o la più mirata carbon footprint (impronta di carbonio), che misura le emissioni di gas serra. L’idea si deve a Arjen Hoekstra, professore dell’Università di Twente, che nel 2008 ha fondato il Water Footprint Network, organizzazione no profit che ha come obiettivo quello di condividere idee e progetti utili a superare le sfide di un utilizzo sostenibile delle risorsa idrica.
L'impronta idrica può essere calcolata per qualsiasi gruppo di consumatori (individui, famiglie, centri abitati, regioni, Paesi) o produttori (organizzazioni pubbliche, imprese private e settori economici), per un singolo processo, o per ogni prodotto o servizio.
Secondo il metodo di calcolo ideato dallo scienziato neerlandese, l’impronta idrica totale si articola in tre sottocategorie: la Water Footprint Verde, che indica l’acqua che evapora o viene assorbita dalle piante, rilevante soprattutto per i prodotti agricoli.
La Water Footprint Blu rappresenta invece il quantitativo di risorsa idrica prelevato dalle fonti naturali, superficiali o sotterranee, e non restituito alle stesse: l’acqua utilizzata in casa o nei processi industriali rientra in questa categoria.
Terza e ultima tipologia è la Water Footprint Grigia, che misura il volume d’acqua dolce necessario a rendere la risorsa idrica inquinata nuovamente disponibile.
Il calcolo ci restituisce numeri impressionanti: stando ai dati del Water Footprint Network, ad esempio, ogni anno un cittadino statunitense consuma quasi 3mila metri cubi di acqua, mentre l’impronta idrica dell’Italia è stimata in circa 130 miliardi di metri cubi all’anno – una delle più alte d’Europa.


Come Life Company, in A2A ci impegniamo ogni giorno per la tutela dell’acqua in tutte le sue forme. Lo facciamo con campagne di sensibilizzazione, lavoro sulle infrastrutture, eventi sul territorio come l’apertura al pubblico della Fonte di Mompiano e dell’impianto di depurazione di Verziano (BS), a Brescia, e con investimenti sempre più ingenti. Siamo arrivati, infatti, a dedicare all’acqua investimenti pari a 130 euro all’anno per cittadino, contro una media nazionale di 56 euro.
Per diffondere una nuova cultura dell’acqua e aiutare ciascuno di noi ad abbracciare comportamenti sempre più responsabili, abbiamo lanciato Conta la goccia, un gioco che permette di calcolare la propria impronta idrica in mondo semplice e divertente. Rispondendo a una serie di domande scoprirai che tipo di consumatore sei, e troverai suggerimenti su come limitare gli sprechi.
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