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Si chiama Deep Diagnostic System 3 (DDS3), ed è la tecnologia robotica della startup PIPEIN che noi di A2A abbiamo sperimentato nei nostri impianti idroelettrici. Una tecnologia innovativa in termini di sicurezza e prestazioni in grado di ispezionare con precisione le condotte forzate delle nostre centrali. Ma chi c’è dietro allo sviluppo di questo nuovo progetto e quali sono le fasi di una sperimentazione? Bianca Uberti Foppa, la nostra Innovation manager della BU Generazione e Trading, lavora proprio all’implementazione di questa tipologia di progettualità.
«Progetti come quello con PIPEIN nascono dal nostro impegno nel coniugare la sostenibilità ad un modello di innovazione aperta e collaborativa. Grazie all’ecosistema che abbiamo costruito negli anni, esploriamo costantemente nuove tecnologie che possano rispondere alle esigenze del Gruppo e, allo stesso tempo, supportare la transizione ecologica.
Il processo inizia con l’identificazione dei bisogni interni e la definizione delle sfide industriali da affrontare. L’approccio è bidirezionale: da un lato, rispondiamo alle esigenze specifiche e alle sfide concrete espresse dalle Business Unit del Gruppo; dall’altro, anticipiamo le opportunità grazie a un monitoraggio costante dei trend tecnologici emergenti, come l’automazione robotica, che potrebbero giocare un ruolo chiave nella transizione ecologica.
Questo metodo ci consente di coniugare reattività e proattività, rispondendo alle necessità interne e, allo stesso tempo, individuando soluzioni innovative che possano sostenere la crescita sostenibile e aprire nuove possibilità per il Gruppo.
In questo modello, il ruolo dell’Innovation manager è fondamentale per orientare e concretizzare i progetti innovativi all’interno della Business Unit: dalla definizione del bisogno, alla sperimentazione fino all’accompagnamento allo scale up, in sinergia con la BU e con la funzione Innovazione.
Il progetto con PIPEIN è nato quindi dalla collaborazione tra il team di innovazione e i colleghi che lavorano nei nostri impianti idroelettrici, per sperimentare tecnologie innovative per monitorare e migliorare l’efficienza delle infrastrutture idroelettriche.»
«PIPEIN è una startup torinese fondata nel 2021, che ha sviluppato il sistema Deep Diagnostic System 3 (DDS3), una tecnologia innovativa per l’ispezione delle condotte forzate.
Come A2A abbiamo investito nella startup tramite il nostro contributo al fondo di CDP “Technology Transfer”. Si tratta infatti di un esempio concreto di come investiamo in startup ad alto potenziale aventi sinergie industriali con i nostri business attraverso il nostro programma di Corporate Venture Capital (CVC). Il sistema DDS3 è stato pensato ad hoc per l’ispezione delle condotte forzate, ovvero grandi tubi in pressione, tipicamente in acciaio, che trasportano l’acqua dai bacini idrici a monte fino alle turbine delle centrali idroelettriche. Queste condotte hanno una pendenza molto accentuata, a volte verticale, e sono lunghe mediamente un chilometro. Noi di A2A ne possediamo 55.
Misurare lo spessore di queste condotte è essenziale per verificare la durabilità e l’efficienza operativa della centrale idroelettrica. È necessario, infatti, monitorare che le condotte continuino a resistere alla pressione elevata dell’acqua e non presentino segni di usura e corrosioni, così da prevedere operazioni di manutenzione o sostituzioni della struttura se necessario.
Ad oggi per completare questi lavori di ispezione ci avvaliamo di operatori esterni che si calano equipaggiati all’interno delle condotte completamente prive di illuminazione, rendendo necessari dunque importanti accorgimenti in termini di sicurezza. Nello specifico, le misurazioni a ultrasuoni vengono effettuate manualmente e possono essere condotte sia dall’interno che dall’esterno. Nel primo caso, la condotta deve essere completamente svuotata dall’acqua così da consentire all’operatore di poter entrare, rendendo così prolungato il fermo dell’impianto. Nel secondo caso, i campionamenti vengono rilevati dalla parete esterna. Tuttavia, questo approccio presenta spesso limitazioni in termini di accessibilità, che può complicare le operazioni di raccolta dati. Questo problema si verifica in particolare quando le condotte sono situate all’interno delle montagne, dove in alcuni punti risulta impossibile il passaggio, rendendo inoltre impraticabile l’ispezione visiva interna, poiché le operazioni si svolgono esternamente alla condotta.
Per affrontare queste criticità, la startup PIPEIN ha sviluppato un rover progettato per operare completamente immerso in acqua e resistere ad alte pressioni (fino a 60 bar). Questo dispositivo è in grado di dispiegarsi all’interno di tubature di grandi dimensioni, “aprendosi a origami” fino a raggiungere un diametro di quasi tre metri. Inoltre, il rover è capace di percorrere lunghe distanze, con un limite tecnico di 20 km, grazie al suo sistema ad argano modulare. Attraverso questo rover, PIPEIN potrà effettuare ispezioni visive tramite telecamere subacquee e misurazioni dello spessore tramite sensori a ultrasuoni, registrando dati con precisione centimetro per centimetro.»
«Attualmente siamo ancora nella fase di sperimentazione della soluzione proposta da PIPEIN, che ha già evidenziato risultati promettenti sul campo, soprattutto per quanto riguarda la resistenza del rover ad alte pressioni – una caratteristica fondamentale per l’ispezione di condotte forzate. Questi primi successi ci rendono fiduciosi riguardo ai futuri sviluppi. Sarà necessario, comunque, un ulteriore perfezionamento della tecnologia per garantire la continuità della raccolta dati durante l’intera ispezione, anche in condizioni non ottimali, come nel caso di superfici particolarmente ruvide all’interno delle condotte.
Con l’affinamento della soluzione, la tecnologia di PIPEIN ci permetterà di incrementare significativamente la risoluzione spaziale del campionamento, offrendo così una ricostruzione molto più dettagliata e completa dell’asset. Questo approccio consentirà un monitoraggio più preciso, migliorando l’efficacia delle operazioni di manutenzione e riducendo i rischi associati a infrastrutture critiche.
I benefici attesi non sono solo operativi, ma anche economici. La capacità di PIPEIN di operare sott’acqua consentirà infatti di ridurre significativamente i costi di ispezione e i tempi di fermo impianto, poiché non sarà necessario svuotare e riempire le condotte, permettendo così una ripresa immediata della produzione.
Il nostro obiettivo sarà quello di accompagnare l’evoluzione di questa soluzione nelle prossime fasi di sviluppo, così da integrare il processo di rilevamento dello spessore in modo automatizzato. Questo approccio non solo minimizzerà i rischi associati, ma garantirà anche una maggiore precisione nelle misurazioni, contribuendo al tempo stesso a una significativa riduzione dei costi.»
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