Quando il logo prende vita per raccontare storie di futuro sostenibile

Accedi rapidamente alle aree riservate e portali clienti del Gruppo A2A in base al servizio di tuo interesse.
Sono Bianca Bagnarelli e dal 2013 faccio l’illustratrice per varie testate giornalistiche, case editrici, aziende. Ogni giorno quando mi siedo davanti al computer con la mia tavoletta grafica, mi stupisco ancora che disegnare sia il mio lavoro.
Quello tra chi disegna e chi guarda è un dialogo: chi fruisce delle immagini riversa la sua esperienza sul soggetto che sta guardando, e lo trasforma. Il disegno contiene in sé stesso il potere di superare barriere culturali, linguistiche e temporali, creando ponti di comprensione tra persone di diverse origini e contesti. Una buona illustrazione deve essere in grado di trasmettere messaggi e suscitare sensazioni che, seppur profondamente personali e soggettive, siano al contempo universali nel loro impatto.
Qual è il confine tra un logo e un’illustrazione?
Loghi e illustrazioni sono chiaramente due cose diverse. I primi sono creati seguendo regole più rigide, di immediatezza e comprensibilità, devono essere semplici e con limiti legati alla leggibilità e alla riproducibilità in ogni formato. Le seconde hanno infinite varietà di stile, formato e complessità, oltre che messaggi più sfaccettati da veicolare. Sono due linguaggi visivi che assolvono a scopi diversi.
Il territorio comune è quello del racconto attraverso le idee, ed è su questo che si è concentrato il nuovo progetto dedicato al logo di A2A: lavorando sulle componenti del logo stesso il messaggio comunicato si trasforma, e incarna i diversi valori dell’azienda.
Attraverso il proprio logo le aziende hanno l’opportunità di evolvere passando da una logica soltanto identitaria, simbolica e di riconoscibilità (“questo sono io”), ad una di racconto fatto di condivisione di valori e aggregazione (“questo è quello in cui crediamo, ciò che possiamo essere insieme”).
L’importanza del logo per un'azienda è ovviamente altissima: il logo non è solo un simbolo visivo, ma anche l’espressione tangibile della sua identità e della sua mission.
Un logo è spesso il primo punto di contatto tra un'azienda e il suo pubblico, ed è quindi fondamentale che restituisca un'impressione forte e duratura. Modificandolo, senza snaturarlo, il logo diventa a sua volta uno strumento di comunicazione flessibile, che l’azienda può usare per parlare con le persone e sottolineare ancora di più quali siano i valori che più le stanno a cuore.
Proprio l’utilizzo del logo per rappresentare i valori del marchio e raccontarli attraverso le idee, è alla base del progetto “Live Logo” realizzato con A2A. Nel mio ruolo di tutor, ho guidato gli studenti del Polidesign e della Naba in un’interpretazione illustrata del logo A2A, per raccontare i valori che stanno a cuore all’azienda: il rispetto del territorio, dell’ambiente e delle persone, una nuova cultura della sostenibilità.
Far diventare il logo di A2A un’illustrazione ha voluto dire fermarsi e riflettere sui diversi significati di un futuro sostenibile e cercare di parlare in modo innovativo di sostenibilità, sfidando i cliché e riflettendo su quali potrebbero essere delle prospettive diverse per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo.
Ognuno ha un’idea diversa di cosa significhi un “futuro sostenibile" e credo che il senso di questo progetto fosse racchiuso proprio nel chiedere ai ragazzi di riflettere su quale fosse la loro visione, affrontando poi l’arduo compito di tradurla in immagini.
Ovviamente è stato importante anche far capire ai ragazzi quali siano i valori di A2A, e come parlare di sostenibilità in un modo che fosse coerente con quelle che sono le priorità e le progettualità messe in campo dall’azienda. Farli lavorare sui simboli, cercando di andare oltre alle associazioni di idee più ovvie, è l’obiettivo che mi ero posta. Farlo parlando di una tematica come la sostenibilità, che spesso viene usata come parola chiave un po’ vuota di significato, è stata una sfida complessa ma interessante.
Lavorare con i ragazzi è sempre elettrizzante, soprattutto quando la consegna, come in questo caso, è così specifica e non semplice: vedere come ognuno affronti in modo diverso il brief e come le idee prendano forma attraverso il confronto e il brainstorming è affascinante; molto lontano dalla mia quotidianità lavorativa, caratterizzata in gran parte dallo stare dentro sé stessi e in solitudine.
Guardare i ragazzi approcciarsi per la prima volta a questa modalità di creazione delle immagini - partendo dai concetti, dalle parole e cercando dei corrispettivi visivi che arricchissero il messaggio - è stato utile anche per la mia parte di produzione del logo, mi ha ricordato che il passaggio fondamentale in un lavoro come questo è la ricerca iniziale: essere molto preparati sulle tematiche e sui concetti per poterli esplorare con più sicurezza.
Ho cercato di trasmettere loro la necessità di produrre per un progetto di questo tipo quante più idee possibili, perché spesso le prime due o tre che ci vengono in mente sono banali e non davvero personali, ma più espressioni di un pensiero comune. Il punto del lavoro è proprio di trovare una visione unica su un argomento così complesso, esprimerla aggiungendo qualcosa al tema, senza limitarsi a descriverlo. Credo che, alla fine, in diversi ci siano riusciti.
C’è stata da parte di alcuni di loro anche una grande maturità formale, delle proposte che non solo erano interessanti per i contenuti ma che avevano una raffinatezza nella forma che non mi aspettavo e che mi ha piacevolmente colpita.
Risorse utili
Servizi e impianti