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Energia elettrica in Italia e AEM: la storia

Energia elettrica in Italia e AEM: la storia

Se è vero che la storia dell’elettricità è antica e le scoperte sulla corrente elettrica segnano tutto il corso dell’Ottocento, è anche vero che solo con il Novecento l'elettricità inizia a modificare la configurazione delle città e la vita delle persone. Inizialmente utilizzata solo per illuminare le strade, ben presto cambia ruolo e diventa un vero e proprio strumento per il progresso industriale e sociale: dalla fornitura alle grandi fabbriche, all'ingresso degli elettrodomestici nelle case, fino all'utilizzo per i mezzi di trasporto, l’evoluzione degli usi dell’energia di questi anni è continua e irrefrenabile.

Anche le nascenti municipalizzate ne vengono stimolate e già dai primi anni dalla loro istituzione portano l’elettricità, oltre che nelle strade, pure all’interno delle case, giocando un ruolo di primo piano nella rivoluzione in atto. AEM a Milano e ASM a Brescia sono presenti.

Storia dell’energia elettrica: la luce entra nelle case

A pochi anni dalla sua nascita, AEM eredita dal Comune di Milano un ragguardevole portafoglio clienti: 13.100 utenti privati e 134 utenti comunali, che già nel 1920 diventano quasi centomila totali. La tariffa per l’illuminazione privata, in questo periodo, costa 40 centesimi per chilowattora.

A Brescia, invece, ASM inizia a servire 7.368 utenti, che raddoppiano nel 1918, mentre l’immissione in rete passa da più di due a oltre 4 milioni di KWh. Un cambiamento importante riguarda anche la produzione di energia elettrica grazie al superamento del sistema di trasmissione in corrente continua, utilizzabile solo a brevi distanze dal luogo di produzione e alla stessa tensione, per il sistema incorrente alternata che, grazie a lunghi elettrodotti dotati di un sistema di trasformatori, consente il trasporto a grandi distanze.

Con questo sistema, nel 1910, AEM progetta la linea Milano-Grosotto lunga circa 150 km, poi aggiornata e affiancata negli anni ‘30 da una nuova linea elettrica che porterà l’energia delle centrali valtellinesi alle due ricevitrici cittadine Nord (nel 1932) e Sud (nel 1934). A Brescia, fino al 1940, si assiste a un’intensa attività per migliorare tutte le tecnologie dell’ASM: la rete di distribuzione viene modernizzata e i fili aerei, ingombranti per le vie cittadine, sono sostituiti da quelli sotterranei.

Negli anni della Seconda guerra mondiale, un ulteriore crescita è dovuta alla mancanza di gas e carbone per il riscaldamento che fa lievitare gli acquisti di fornelli e stufe elettriche e fa crescere la domanda di energia. In questi anni nella Leonessa gli utenti diventano oltre 36.000 e nella rete vengono immessi 33 milioni di kWh.

Ma la storia dell’energia elettrica delle municipalizzate non è fatta solo di numeri e di progetti di crescita. C’è anche un aspetto umano che, quando passa alla storia, è bello ricordare. È il caso di AEM che, durante la Seconda guerra mondiale, ha visto molti dei suoi dipendenti prodigarsi al di là del dovere lavorativo, rischiando anche la vita, per garantire le attività dell’azienda dove lavoravano.

Questi lavoratori nascosero e sottrassero ai tedeschi materiali utili ai fini bellici, come tonnellate di rame, alluminio, zinco e piombo, e li nascosero sotto il sincrono numero 4 della Ricevitrice Nord, mentre gli impianti focali di AEM furono presidiati dai partigiani per evitare distruzioni. Anche grazie al contributo di queste persone e ai rischi che hanno corso, sono stati possibili la ricostruzione e il potenziamento delle reti in tempi record in periodo post-bellico.

Energia elettrica in Italia: cosa succede dopo le due guerre

A partire dalla metà degli anni Cinquanta vengono ampliate le due storiche ricevitrici e aggiornata tutta la rete di distribuzione, con la costruzione di nuove stazioni di trasformazione. Grazie agli impianti di cui si era dotata nel tempo e a un progressivo piano quadriennale di ampliamento del proprio parco idroelettrico, AEM riesce a far fronte all’incremento dei consumi che dal 1952 al 1962 crescono del 7,5% ogni anno.

L’AEM in questo periodo fornisce l’energia a metà degli utenti milanesi, che, da soli, consumano il 4,7% dell’energia prodotta in tutto il Paese. La società distribuisce quindi il 2,3% di tutta l’energia italiana ed è la più importante azienda municipalizzata. Uno standard che la società ha portato avanti negli anni soprattutto grazie alle innovazioni con le quali ha reso efficiente il proprio lavoro, aprendo i suoi orizzonti e occupandosi di tutti gli ambiti della città.

Tanto che nel 1960 entra in funzione il primo ponte radio AEM per collegare tutte le officine e i mezzi impegnati negli allacciamenti e nelle riparazioni dei guasti in città. Mentre nel 1977 il Comune affida ad AEM anche la progettazione, la costruzione e la manutenzione dei semafori, servizio che migliorerà rapidamente anche con l’installazione dei primi semafori per ciechi.

Luce, ma anche gas

Risultati importanti si registrano anche nel servizio del gas che AEM assume per conto del Comune di Milano nel 1981. Nei decenni precedenti, l’Officina del gas alla Bovisa, attraverso complessi procedimenti e grazie al carbon fossile prima e ai distillati leggeri di petrolio poi, ha rifornito di gas manifatturato la città di Milano.

Ma già dai primi anni del dopoguerra, AEM è in grado di valorizzare le opportunità offerte dai giacimenti di metano della pianura padana e anche la centrale di piazza Trento viene trasformata per funzionare a metano. Dagli anni '80, quindi, AEM distribuisce gas prodotto utilizzando anche il metano che ha un potere calorifico molto inferiore e consente, con la stessa rete di distribuzione, di trasportare nelle case una maggiore quantità di calore a costi inferiori.

Nel 1981, il fabbisogno di fonti primarie viene soddisfatto per il 97% da prodotti petroliferi ma, nel giro di pochi anni, il teleriscaldamento e il metano abbasseranno la percentuale fino a farla scendere al 60%. Fin dal 1953 si utilizza il metano anche a Brescia e la città è la prima in Italia ad essere metanizzata. La rete viene implementata di ben 14 km a causa delle richieste crescenti e in soli 15 anni la quantità di gas erogata raggiunge i 63 milioni di metri cubi per 61.500 utenti serviti.

Storia dell’elettricità: cosa succede dagli anni '70 a oggi

La crisi energetica e gli anni ’80 chiudono un’epoca e AEM, già proiettata al futuro, propone al Comune un Piano energetico che prevede l’uso coordinato di calore, metano ed energia elettrica. Iniziano a farsi strada strumenti per la riduzione degli sprechi come il teleriscaldamento, la metanizzazione e il riciclo e recupero dei rifiuti.

Il piano energetico per l’area milanese punta alla diversificazione delle fonti e alla diminuzione dei consumi di petrolio ed è basato sulla convinzione che l’unico modo per garantire l’energia a prezzi ragionevoli sia abbandonare la dipendenza da una sola fonte. Il piano di metanizzazione e l’avviamento dei progetti per il teleriscaldamento sono solo il primo passo che nel tempo porterà AEM ed ASM, prima, e il Gruppo A2A poi, a promuovere subito iniziative per ridurre gli sprechi e investire nelle energie rinnovabili.

Già nel 1985 AEM inaugura la nuova centrale idroelettrica del Braulio e gli anni che seguirono furono caratterizzati da una accelerata crescita che vede sia un ampliamento dei servizi a rete per la città, sia un potenziamento degli impianti, con il completamento del canale di derivazione Viola in Valtellina e l’aggiornamento della centrale di Cassano d’Adda.

In anni di consumi crescenti, infatti, si riflette su quali fonti fare leva per arrivare a immettere nella rete i chilowattora necessari, così le municipalizzate di Brescia e Milano (divenute SpA rispettivamente nel 1998 e nel 1996) dirigono le proprie scelte, con sempre maggior determinazione verso progetti di efficienza energetica e sperimentazioni di mobilità sostenibile.

Ormai alle soglie del nuovo millennio, AEM e ASM guardano già all’Europa e attuano una progressiva diversificazione delle attività e investimenti importanti che preludono già alla loro fusione in A2A e a nuovi piani industriali di lungo periodo sempre più incentrati sulla diversificazione di fonti rinnovabili.

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