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Energia dai rifiuti grazie al termovalorizzatore di Brescia, per un uso più sostenibile delle risorse naturali

Energia dai rifiuti grazie al termovalorizzatore di Brescia, per un uso più sostenibile delle risorse naturali

Un pianeta e tre quarti. Sembra il titolo di un film hollywoodiano ma è il numero che risponde alla domanda “quante risorse naturali consumiamo ogni anno?”, stando a quanto riportato dal Global Footprint Network. 
Per riassumere e spiegare il concetto di eccessivo e sistematico sfruttamento delle risorse naturali è stato calcolato l’Overshoot Day, ovvero il giorno in cui la domanda di risorse supera il limite che la Terra è in grado di generare in un anno. 

È, quindi, fondamentale ridurre lo sfruttamento del Pianeta e gli strumenti che ci vengono in aiuto sono quelli dell’economia circolare, un modello in cui gli scarti diventano risorse. 

Alcuni rifiuti possono essere riusati o riciclati come materia per essere immessi nuovamente nel ciclo produttivo e altri possono essere valorizzati e trasformati in energia. Ciò avviene grazie al processo della termovalorizzazione, il processo che sfrutta il calore prodotto dalla combustione dei rifiuti non riciclabili per la produzione di elettricità e calore, consentendo di ridurre il ricorso a combustibili fossili e il conferimento in discarica.

Il viaggio dei rifiuti nel Termoutilizzatore di Brescia

Ogni singolo rifiuto compie un viaggio dal momento in cui viene conferito nei cassonetti fino alla sua trasformazione in risorsa. Innanzitutto, è utile specificare che questa trasformazione non riguarda solo i rifiuti urbani, ma coinvolge anche i rifiuti speciali non pericolosi e quelli provenienti dalle attività produttive e dagli impianti di recupero di materia. 

Per avere un’idea di questo viaggio è possibile prendere come esempio il Termoutilizzatore di Brescia: un impianto d’eccellenza nel settore. Recupera ogni anno energia elettrica e termica da circa 750 mila tonnellate di rifiuti non riciclabili come materia, e produce oltre il 70% dell’energia distribuita dalla rete di teleriscaldamento, dati che lo rendono la prima fonte di generazione di calore per la città. Il TU di Brescia permette di evitare più di 830 mila tonnellate di emissioni di CO2 ogni anno. L’impianto produce energia elettrica necessaria a soddisfare il fabbisogno di circa 200.000 famiglie.

I rifiuti non riciclabili come materia recuperati in un anno sono pari a 750.000 tonnellate, che equivalgono alla produzione di energia elettrica necessaria al fabbisogno di circa 200.000 famiglie
I rifiuti non riciclabili come materia recuperati in un anno sono pari a 750.000 tonnellate, che equivalgono alla produzione di energia elettrica necessaria al fabbisogno di circa 200.000 famiglie

Una volta arrivati in impianto, i rifiuti sono sottoposti a controlli rigorosi e analisi approfondite, e in caso di anomalie o potenziali pericoli vengono respinti. Superate le fasi di controllo, vengono immessi nella vasca di raccolta, e poi raggiungono la camera di combustione con tecnologia a griglia. Qui avviene la totale combustione dei rifiuti a una temperatura di oltre mille gradi, al termine della quale i rifiuti risultano totalmente ossidati.

Attraverso il passaggio nella caldaia, i gas caldi cedono la loro energia all’acqua generando una grande quantità di vapore ad alta pressione, che viene trasformato in energia elettrica e calore utile per il teleriscaldamento.

Si tratta di un momento chiave per spiegare il concetto di circolarità alla base del nostro lavoro. Una parte di questo vapore alimenta una serie di scambiatori di calore e contribuisce a riscaldare l’acqua che alimenta la rete del teleriscaldamento cittadino e una parte tramite un turbogeneratore genera energia elettirca.

I fumi che si generano dal processo di combustione una volta ceduta la loro energia devono essere reimmessi nell’atmosfera in modo sicuro. A tale scopo sono presenti diversi passaggi di trattamento, primo tra tutti un filtro reattore, in grado di trattenere le polveri in sospensione e ridurre il contenuto nei composti del cloro, dello zolfo e altri miscroinquinanti. Successivamente i fumi entrano in una torre di lavaggio a condensazione, che ha il compito di abbattere gli inquinanti residui e condensare l’acqua contenuta nei fumi per farli passare dallo stato gassoso a quello liquido, recuperando ancora energia residua che diventa energia utile per il teleriscaldamento tramite una serie di pompe di calore.

Infine l’ultimo passaggio prima del rilascio in atmosfera è il controllo degli ossidi azoto attraverso un reattore denominato DeNOx.
Prima di lasciare l’impianto i gas vengono approfonditamente controllati. Nel camino, infatti, sono installati sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni, quindi in qualsiasi momento è possibile verificare ciò che emette il termoutilizzatore. Sin dalla sua costruzione, il termovalorizzatore è stato pensato per raggiungere le più elevate prestazioni ambientali: il 50% dell’investimento per la sua realizzazione, infatti, è stato destinato ai sistemi di tutela ambientale. Un impegno confermato dai dati, con valori emissivi ben al di sotto dei limiti indicati dall’autorizzazione, costantemente monitorati anche da Arpa, l’Agenzia Regionale per la protezione ambientale. 
L’impianto è oggi indubbiamente il più efficiente di Italia (raggiunge il 98%) e tra i più efficienti in Europa. Praticamente la quasi totalità dei rifiuti recuperati è restituita come energia.   

Il Termoutilizzatore di Brescia è dunque uno dei luoghi dove il nostro obiettivo per una maggiore sostenibilità trova attuazione concreta, puntando a costruire un futuro migliore, abbracciando i principi dell’economia circolare e riducendo l’impatto sul nostro Pianeta.

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