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L'energia idroelettrica rappresenta la fonte rinnovabile più preziosa per l'Italia. Certamente questo è dovuto alla particolare conformazione geografica del Paese, caratterizzato da un territorio ricco di montagne e corsi d'acqua che hanno favorito la costruzione di dighe e impianti idroelettrici, ma soprattutto perché l’idroelettrico è un’energia rinnovabile flessibile e programmabile.
A differenza di altre fonti rinnovabili, infatti, l’idroelettrico può modulare la produzione in base alla domanda, svolgendo un ruolo chiave nella stabilità della rete elettrica e nella transizione ecologica.
L’Italia vanta una lunga tradizione nell’utilizzo dell’energia idroelettrica. La prima centrale idroelettrica fu inaugurata nel 1892 a Tivoli, nei pressi di Roma. Da allora, il settore si è evoluto costantemente e oggi (dato riferito a febbraio 2024) sono presenti circa 4860 impianti, distribuiti lungo le Alpi, gli Appennini e altre zone montane, che rappresentano una parte fondamentale del mix energetico nazionale. Secondo i dati Terna, il 2024 ha segnato un traguardo storico per le rinnovabili in Italia, che hanno coperto il 41,2% della domanda elettrica nazionale (rispetto al 37,1% del 2023) grazie anche alla significativa ripresa proprio dell’idroelettrico, che ha registrato un incremento del +30,4% rispetto all’anno precedente.
L'Italia ha una potenza nominale idroelettrica installata di quasi 25 mila MW, ossia la potenza necessaria per alimentare 40 milioni di abitazioni, (considerando un consumo medio per abitazione di 2,5 MWh l’anno, fonte ARERA). E negli ultimi anni la crescita degli impianti è stata continua; basti pensare che dal 2009 ad oggi (in poco più di 15 anni), siamo passati da circa 2250 a circa 4860 impianti.
Nonostante questo, però c’è ancora molto che si può fare per migliorare il quadro complessivo. Gran parte degli impianti idroelettrici italiani risale al secolo scorso e, sebbene siano ancora funzionanti, necessitano di interventi di rinnovamento per aumentarne l’efficienza e ridurre le perdite energetiche. L’ottimizzazione degli impianti esistenti può passare attraverso l’adozione di turbine di nuova generazione, sistemi di automazione avanzati e tecnologie per una gestione ancora più flessibile della produzione, integrando sempre di più questa fonte con le nuove esigenze della transizione energetica, in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Da non trascurare poi, è che l’idroelettrico svolge un ruolo fondamentale nella tutela dell’ambiente, contribuendo alla gestione sostenibile delle risorse idriche e alla prevenzione del dissesto idrogeologico. La presenza di dighe e bacini consente infatti di regolare il flusso dei fiumi, riducendo il rischio di frane e alluvioni e offrendo una maggiore resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici. Inoltre, una gestione attenta degli impianti idroelettrici favorisce il mantenimento degli ecosistemi fluviali, garantendo il deflusso ecologico necessario alla conservazione della biodiversità e alla protezione delle specie acquatiche.
Il funzionamento di un impianto idroelettrico si basa su alcuni principi fisici fondamentali. L'acqua, accumulata in un invaso, possiede un’energia potenziale derivante dalla sua posizione elevata. Quando viene rilasciata, questa energia potenziale si trasforma in energia cinetica e/o di pressione, che viene poi convertita in energia meccanica dalle turbine. Infine, l'energia meccanica viene trasformata in energia elettrica dagli alternatori. Questo ciclo di trasformazione energetica avviene senza emissioni di gas serra e/o inquinanti, il che rende l'energia idroelettrica particolarmente vantaggiosa per l'ambiente.
Come si produce l’energia idroelettrica? Il processo di produzione di energia idroelettrica si articola in 3 fasi:
Raccolta dell’acqua
La raccolta dell’acqua, come prima fase nella produzione di energia idroelettrica, permette di catturare l’energia potenziale dell’acqua grazie a dighe o sbarramenti, che reindirizzano i flussi idrici verso gli impianti idroelettrici.
Conversione dell’energia
L’acqua viene convogliata verso le turbine attraverso condotte forzate, trasformando l’energia potenziale in cinetica e/o di pressione. A seconda della portata e del dislivello, possono essere utilizzate diverse tipologie di turbine; le più diffuse sono le turbine Francis, Pelton o Kaplan.
La turbina Pelton viene adoperata nel caso di basse portate (inferiori ai 50 metri cubi al secondo) ma grandi dislivelli (fino ai 1400 metri). Si distingue dalle altre turbine per la sua caratteristica forma delle pale a “doppio cucchiaio”. Viene definita come una turbina ad “azione”, in quanto tutta l’energia presente all’interno dell’acqua viene convertita in energia cinetica all’interno del distributore.
La turbina Francis è ampiamente utilizzata nel mondo dell’idroelettrico grazie alla sua capacità di funzionare in un ampio ventaglio di portate d’acqua (che possono andare da 2 a 100 metri cubi al secondo) e con dislivelli medi, che possono andare dai 10 fino ai 300/400 metri. È una turbina a “reazione” in quanto l’energia racchiusa nell’acqua viene convertita in energia cinetica in parte all’interno del distributore ed in parte all’interno della girante.
La turbina Kaplan invece è adoperata in casi di piccoli dislivelli (fino a qualche decina di metri) e grandi portate (dai 200 metri cubi per secondo a salire). Parlando anche in questo caso di turbina a “reazione”, la Kaplan si distingue per la sua forma caratteristica, molto simile a quella dell’elica di una nave.
Generazione di elettricità
L’ultima fase è quella della generazione vera e propria dell’elettricità. L’energia meccanica delle turbine idroelettriche viene trasmessa tramite un albero rotante all’alternatore, composto da due parti fondamentali: rotore e statore.
Il rotore è la parte mobile e di solito contiene elettromagneti o magneti permanenti. Quando viene messo in rotazione dall'albero, il campo magnetico generato dai suoi magneti si muove nello spazio circostante. Questo campo magnetico rotante interagisce con lo statore, la parte fissa dell'alternatore, costituito da un insieme di avvolgimenti di filo conduttore, di solito rame, disposti in modo opportuno attorno al rotore e questo, secondo la legge di Faraday, induce una corrente elettrica.
L’energia elettrica prodotta dall’alternatore, però, non può essere trasferita così com’è alla rete. La sua tensione è troppo bassa, non sufficiente per percorrere lunghe distanze.
Per questo motivo viene convogliata ai trasformatori che la adattano alle tensioni richieste per il trasporto e la distribuzione.
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Non tutte le centrali idroelettriche funzionano allo stesso modo. A seconda delle caratteristiche del territorio e delle esigenze energetiche, si distinguono diverse tipologie di impianti:
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Oltre all’essere rinnovabile e a zero emissioni di CO2, l’energia idroelettrica è vantaggiosa in quanto le centrali idroelettriche, grazie alle loro caratteristiche di affidabilità e programmabilità, hanno un ruolo chiave nel:
Va però detto che la costruzione di dighe e bacini può avere un impatto ambientale, significativo, seppur le tecnologie di oggi permettano una progettazione volta a salvaguardare gli ecosistemi.
Questo, unito al fatto che l’Italia vanta una lunga e comprovata esperienza nella valorizzazione della risorsa idroelettrica, rende complessa l’identificazione di nuovi siti adatti alla realizzazione di nuovi impianti di grande potenza.
Con una risorsa idrica al 2023, stimata in circa 112 miliardi di metri cubi d’acqua (fonte ISPRA), l’Italia possiede un patrimonio idrico inestimabile.
Eppure i cambiamenti climatici, l’aumento dei fenomeni estremi ed un contesto che non favorisce investimenti nel settore, sta rendendo la gestione di questa risorsa sempre più complessa.
Per garantire un futuro sostenibile, è fondamentale adottare strategie di gestione responsabile, investendo in innovazione e tecnologie per ottimizzare l’uso delle risorse idriche (come sottolineato dal nostro studio in collaborazione con The European House Ambrosetti). L’energia idroelettrica, con la sua flessibilità e il suo contributo alla transizione energetica, continuerà a giocare un ruolo centrale nel panorama italiano, purché sia valorizzata con un approccio lungimirante e attento all’ambiente.
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