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Così come le città rappresentano il crocevia di sfide e opportunità per un futuro sostenibile, i data center incarnano il cuore tecnologico della società digitale contemporanea.
Per questo, in occasione della 51esima edizione del Forum di Cernobbio, noi di A2A, in collaborazione con TEHA Group (The European House - Ambrosetti) abbiamo scelto di analizzarne l’impatto sull'economia italiana e approfondire lo sviluppo delle tecnologie a supporto della loro efficienza energetica con lo Studio “L’Italia dei data center: energia, efficienza, sostenibilità per la transizione digitale”.
Vediamo infatti un’evidente simbiosi mutualistica tra i player che sviluppano data center e il mondo della nostra industria che, ben studiata, può rendere più sostenibile la crescita del digitale, ormai inarrestabile. Questa straordinaria opportunità porta infatti con sé sfide eccezionali, che rendono la pianificazione strategica dell’approvvigionamento energetico non più un’opzione, ma una necessità improrogabile.
La crescita dei data center, trainata da connettività, cloud e intelligenza artificiale, è un fenomeno globale che interessa Stati Uniti, Asia ed Europa. Nel nostro continente, in particolare, si osservano dinamiche in rapida evoluzione: mentre i grandi hub storici europei – Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi, Dublino (FLAPD) – mostrano segnali di rallentamento a causa della saturazione del mercato, per l’Italia si è aperta una finestra di opportunità grazie al crescente interesse da parte degli investitori internazionali.
Solo nel 2024 sono stati censiti 10.332 data center a livello globale, di cui oltre 2.200 in Unione Europea e 168 in Italia, con Milano e la Lombardia che si posizionano tra le aree emergenti a livello europeo per la loro localizzazione. Entro il 2035, il consumo energetico dei data center è destinato a quadruplicare rispetto ai livelli del 2024, raggiungendo il 4% dei consumi elettrici globali. In Italia, invece, nello scenario di maggiore sviluppo, il fabbisogno elettrico potrebbe arrivare al 12,7% del totale nazionale (quasi sette volte maggiore rispetto all’1,9% nel 2024).
Per promuovere uno sviluppo sostenibile dei data center, è dunque indispensabile una programmazione che eviti modelli di crescita incontrollata, con effetti negativi su infrastrutture, ambiente ed energia.


La risposta passa dalla capacità di integrare queste architetture con fonti rinnovabili, reti intelligenti e sistemi di recupero del calore, a partire dal teleriscaldamento, così da ridurre l’impatto ambientale e accrescere la competitività.
Una sfida che possiamo affrontare in Italia partendo dal mix attuale di generazione elettrica nazionale, dove la forte crescita delle fonti energetiche rinnovabili può essere integrata con centrali termoelettriche a ciclo combinato di ultima generazione. Queste ultime, in particolare, rispondono alla necessità dei data center di avere a disposizione energia stabile e immediata.
C’è poi un altro fattore da considerare: oggi, nelle città, non c’è niente che può generare più calore di scarto dei data center. Attraverso l’allacciamento alla rete di teleriscaldamento, il calore prodotto dai data center può essere recuperato, alimentando il riscaldamento nei centri urbani.


In uno scenario di sviluppo a pieno regime, una pianificazione strategica dei data center potrebbe:
Nel complesso, l'applicazione di queste quattro leve di efficienza permetterebbe di evitare 6 milioni di tonnellate l’anno di CO₂, un valore pari a quelle generate da 1,7 milioni di cittadini.
Oltre a garantire benefici per le comunità e l’ambiente, i data center contribuiscono allo sviluppo economico nazionale. L’espansione ben guidata dei data center potrebbe contribuire alla crescita annua del PIL nazionale al 2035 fino al 6% nello scenario tendenziale, generando oltre 77 mila nuovi posti di lavoro, e fino al 15% in uno scenario di pieno sviluppo, con un potenziale di oltre 150 mila occupati.


L'esempio del data center Qarnot, nella centrale Lamarmora di Brescia, inaugurato a giugno 2025, è la dimostrazione tangibile del nostro impegno. Così come il progetto “Avalon 3” a Milano, che, a partire dal 2026, ci consentirà di recuperare oltre 15 GWh di energia termica all’anno dal data center per alimentare la rete di teleriscaldamento.
Vogliamo infatti contribuire a creare un modello italiano che sia un faro di innovazione e sostenibilità, garantendo la competitività digitale del Paese, nel pieno rispetto delle risorse e delle comunità.
La nostra Ricerca “L’Italia dei data center: energia, efficienza, sostenibilità per la transizione digitale” sottolinea l'importanza di una pianificazione strategica e di una progettazione integrata per lo sviluppo dei data center in Italia e la collaborazione dei vari attori coinvolti, al fine di garantire una transizione energetica e digitale sostenibile.
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