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Il Teleriscaldamento è noto a molti come un sistema di riscaldamento ambientalmente sostenibile. Consente di sostituire l’uso dei combustibili fossili tradizionali come gas metano e gasolio e serve a scaldare le nostre case in modo più conveniente, sicuro ed ecologico. Non tutti sanno, però, come nasce questo calore green e da dove arriva l’energia necessaria a produrlo.
Il calore che scalda le nostre case viene prodotto, con un ciclo “aperto”, in impianti che utilizzano fonti rinnovabili, cogenerazione (produzione combinata di calore ed energia elettrica) o che recuperano il calore, altrimenti disperso, che proviene da cicli produttivi come il trattamento dei rifiuti non riciclabili o altre produzioni industriali.
L’energia prodotta e/o recuperata viene distribuita, sotto forma di acqua calda o surriscaldata, direttamente alle abitazioni mediante una fitta rete di doppie tubazioni interrate. Nel sistema di teleriscaldamento la tradizionale caldaia viene sostituita da una semplice sottostazione di scambio termico che permette di trasferire il calore contenuto nell’acqua trasportata dalla rete di teleriscaldamento all’impianto di distribuzione interna dell’edificio, con la possibilità di produrre anche acqua calda per uso igienico sanitario.
Anche la gestione dell’impianto si semplifica. Tutto questo è possibile a patto che l'edificio sia situato nei pressi della rete del sistema di teleriscaldamento. Temperatura e comfort delle case restano invariati in base alle abitudini del cliente, ma aumentano i vantaggi.
Il teleriscaldamento è un sistema efficiente e sostenibile che produce diversi vantaggi per le persone e per le città:
Il teleriscaldamento è in continua evoluzione e oggi sta virando verso la quarta generazione. A proposito della storia del teleriscaldamento, alla fine del 1800 utilizzava vapore caldissimo, con elevate perdite di rete; in seguito, si è passati all’uso di acqua surriscaldata, ma con tubazioni non ancora perfettamente isolate.
Oggi si utilizza acqua calda a temperature contenute, tubazioni preisolate e centrali di produzione innovative. Ma la quarta generazione è già cominciata: Smart grid termiche e pianificazione energetica permettono di ottimizzare le risorse mettendole a sistema e rendendo il territorio sempre più connesso.
Esempi di teleriscaldamento del Gruppo A2A non ne mancano e rappresentano un modello concreto di città evoluta.
A Milano, molti edifici simbolo della città hanno adottato questo sistema: Duomo, Tribunale, Palazzo Marino, Palazzo Reale, Galleria Vittorio Emanuele, Università Bicocca e nuove importanti aree urbane come Cascina Merlata e City Life con le torri Isozaky e Haidid.
Non solo palazzi rappresentativi ma anche molte famiglie: nel 2022 infatti 6959 appartamenti in più rispetto al 2021 hanno scelto il teleriscaldamento, portando a quasi 58 milioni i metri cubi riscaldati in città.
Questo si è tradotto in una riduzione delle emissioni di circa 2,7 tonnellate di PM10, oltre 96,7 tonnellate di Ossido di Azoto, in aggiunta a 23,4 tonnellate di anidride solforosa e circa 103 mila tonnellate di CO2 evitate.
A Brescia il teleriscaldamento fa scuola e uno studio della Comunità Europea l'ha definito un modello per l'Europa in quanto a efficienza e sostenibilità ambientale, insieme a quello di altre sette città, tra cui Parigi e Copenaghen.
A Brescia per il 2022 si contano 21.688 utenze allacciate con più di 43 milioni di metri cubi riscaldati dal Termovalorizzatore di Via Lamarmora e 681 km di rete posata. Sono state evitate così 138.525 tonnellate di CO2 globali, 126 tonnellate di ossido di azoto.
L’energia termica recuperata dal processo di termovalorizzatore soddisfa il 70% della domanda cittadina di calore e di acqua calda.
Dallo stesso impianto viene contemporaneamente prodotta energia elettrica che soddisfa il 30% del fabbisogno cittadino.
A Bergamo, nel 2022 sempre più cittadini hanno scelto il teleriscaldamento con 300 mila metri cubi riscaldati in più rispetto al 2021 portando, così, da 7,7 a 8 milioni i metri cubi totali riscaldati in città con il teleriscaldamento prodotto dal Termoutilizzatore di Via Goltara e Carnovali.
Ciò ha evitato di immettere in atmosfera 17.831 tonnellate di emissioni di CO2, 0,5 tonnellate di polveri sottili e oltre 18 tonnellate di ossidi di azoto. L’opportunità è stata colta anche da edifici simbolo della città: Palazzo Frizzoni, Biblioteca Caversazzi, Centro Sportivo, Piscine Italcementi, Teatro Donizetti, Ospedale Papa Giovanni XXIII, Università degli Studi di Bergamo, Palazzo della Libertà e Nuova Accademia, Guardia di Finanza.
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